Articolo di Ornella Calvetti su Bedifferent Maggio 2007



Artista che si è evoluto in questi ultimi anni in un percorso creativo personale, applicandosi a diverse tecniche, in particolar modo alle installazioni. Esse si adattano alle sue esigenze espressive; col fine di poter rappresentare al meglio le proprie particolari riflessioni sulla contemporaneità.

Nelle sue opere si nota una forte curiosità per le dinamiche socio/antropologiche e per una ricerca formale legata alla storia dell'arte, rivisitata con materiali umili e quotidiani. Proprio da queste attenzioni nascono differenti interventi artistici, connotati da una forte interazione col pubblico. Proseguendo nel suo crescente interesse per le strategie comunicative si avvicina alla realtà del Web progettando nel 2000 il sito "Impronta", che ha riscontrato un'interessante attenzione da parte dei new-media. In questi ultimi anni ha realizzato una serie di progetti speciali nel 2004 l’opera “Resonance” che si è realizzato in diversi eventi e ora il progetto “Apera” che si svolgerà in diverse forme espressive fino al 2008.


Attimi, vite forse reincarnazioni, quante volte ci è capitato di ripensare e trasformare anche solo nella nostra fantasia il nostro quotidiano?

A leggere i testi di statistica tutti vogliono le stesse cose: serenità, poter amare ed essere amati. 

Cioè vivere quietamente il proprio tempo, ma stranamente la verità di tutti i giorni pare smentire queste aspettative. 

Come mai? Dov'è l'errore? Forse qualcuno sta barando? Ci sono cose che non sappiamo?  
Probabilmente sì, l'uomo non è buono, ma non necessariamente cattivo come ci raccontano gli esperimento sui detenuti di Zimbardo o il Battaglione 101; egli vive una fatalità di fatti e sentimenti. 

Tutti noi vogliamo presentarci in un modo che riteniamo buono ma in realtà ognuno di noi vive dolori, invidie, crudeltà che la vita presenta nel corso del tempo e della casualità. Spesso questi aspetti della vita vengono nascosti agli altri e a noi stessi, raramente sono percepiti realmente. Negati come non parte del proprio essere essi ritornano trasformati e più forti, incontrollati, violenti. Questo si vede bene nella società consumistica che perpetua sempre il suo bisogno di avere dimenticando la gioia di vivere pienamente ciò che già si ha e si è. Così mentre una parte della popolazione mondiale continua insoddisfatta la sua necessità di infinito accumulo un'altra stenta a vivere ogni attimo del suo tempo. Da questo squilibrio difficilmente sarà possibile far crescere i reali bisogni di pace dell'uomo. 

Da queste mosse l'artista Olivero Domenico prende spunto per parlarci del suo quotidiano, guardando nel suo spazio domestico, alle interazioni che si creano e alle emozioni che nascono, nel tentativo di amarsi e amare veramente il proprio semplice tempo, riconoscendolo, partendo quindi da se stesso e trasformandosi per poter essere uno dei 6 miliardi di uomini che popolano la terra. 

Per questa occasione espositiva egli realizza una serie di scatti fotografici domestici in cui evidenzia frasi nate in quel luogo, in un lavoro di ripensamento e rielaborazione del proprio essere, sia negli aspetti positivi che in quelli negativi. 

Testo a cura di Ornella Calvetti.



domenico olivero - attraversa i linguaggi visivi suscitando dubbi e riflessioni, le stesse che nascono dalle sue continue ricerche sull'identità e sull'arte. In un percorso in continua trasformazione indaga, elabora e tenta nuove forme e nuovi approcci, dalla scrittura al disegno, dalle interazioni sociali alle azioni anonime. Un artista inconsueto per un mondo sempre più insolito. 



- Articolo sul mensile cuneese bedifferent Maggio 2007